Di cosa si tratta?
Sono vaccini “aggiornati” per fornire una protezione più ampia contro la COVID-19. Comirnaty Original/Omicron BA.1, Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1, questi i nomi dei nuovi vaccini bivalenti. Sono versioni dei vaccini originali Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e Spikevax (Moderna) adattate per stimolare la risposta immunitaria in maniera più efficace anche contro la sottovariante Omicron BA.1 (meglio nota semplicemente come omicron 1) e Omicron BA.4-5 (omicron 4 e 5) oltre al ceppo originale di SARS-CoV-2.
Cosa sono i vaccini bivalenti?
Fino ad oggi, i vaccini anti-SARS-CoV-2 che abbiamo usato sono monovalenti. Significa che contengono solo l’mRNA che contiene l’informazione per la proteina spike del virus nella sua forma originale. Siccome il virus SARS-CoV-2 é molto bravo a cambiare faccia e muta per potersi diffondere più agevolmente, sia Moderna che Pfizer hanno iniziato a produrre vaccini bivalenti, cioè con due/tre RNA messaggeri che contengono l’informazione l’uno per la proteina spike del virus SARS-CoV-2 originale e gli altri per le sue varianti omicron.
A chi sono destinati?
Questi vaccini sono destinati a persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno già completato il ciclo vaccinale contro SARS-CoV-2. Chi ha ricevuto già 4 dosi del «vecchio» vaccino dovrà attendere 120 giorni prima di farne un altro. Questi vaccini sono considerati dei booster (cioè dei richiami) e hanno lo scopo di rafforzare la risposta immunitaria nei confronti delle varianti in circolazione. Chi invece non si è mai vaccinato dovrà prima vaccinarsi con la dose piena del prodotto originale (di norma due dosi).
Come funzionano e quali sono gli effetti avversi?
Il meccanismo di azione è lo stesso dei vaccini originali che abbiamo usato in questi due anni ma permettono di contrastare un po’ più efficacemente la malattia data dalle varianti chiamate Omicron.
Come mai questi vaccini aggiornati sono arrivati cosi velocemente rispetto ai primi vaccini contro il ceppo originale?
I due vaccini per la sottovariante Omicron 1 sono stati approvati sulla base dei risultati di trial clinici condotti su volontari. In pratica, per i vaccini aggiornati la risposta immunitaria viene confrontata con quella prodotta dal vaccino originale. I risultati ottenuti hanno mostrato che la risposta è buona in confronto a quella dei vaccini già in uso. In generale, sia per il vaccino aggiornato di Pfizer sia per quello di Moderna, la risposta immunitaria alla sottovariante Omicron 1 era maggiore dopo una dose di richiamo con i vaccini aggiornati rispetto a chi aveva ricevuto il vaccino originale. Per fare più velocemente, lo studio si è basato sul livello di risposta anticorpale in chi è stato vaccinato e non sul livello di protezione, come invece fatto con i primi vaccini approvati. Per i vaccini aggiornati contro le sottovarianti omicron BA.4 e la BA.5 il percorso di approvazione è stato ancora più veloce. Infatti, trattandosi di un vaccino la cui spina dorsale rimane invariata, sia FDA che EMA hanno adottato un iter di valutazione più snello, ritenendo sufficienti i dati degli studi condotti sui topi senza dover aspettare i dati di test sull’uomo. Insomma, un po’ come avviene da diversi anni per il vaccino annuale dell’influenza.
Perché EMA e AIFA hanno approvato questi nuovi vaccini?
Omicron ha dimostrato di poter eludere, in parte, la risposta immunitaria contro il SARS-CoV-2, caratteristica che ha favorito una ripresa dei contagi anche tra chi aveva già avuto la malattia e/o completato il ciclo vaccinale. L’uso di questi vaccini bivalenti possiamo pensarla un po’ come quando facciamo l’aggiornamento del sistema operativo dei nostri computer e smartphone … insomma, installiamo delle piccole modifiche che fanno funzionare meglio il nostro device.
Ma quindi quale vaccino conviene fare?
Anche se le sottovarianti omicron 4 e 5 sono le più diffuse al momento, la cosa più importante per chi è fragile (immunodepresso e/o anziano) è fare la quarta dose. I dati a disposizione ci dicono che fare la quarta dose con il vaccino originale o il vaccino aggiornato garantisce una buona protezione dal contagio e, soprattutto, della malattia grave. AIFA ha ribadito che ad oggi non ci sono elementi per esprimere un giudizio preferenziale nei confronti dei diversi vaccini bivalenti disponibili (ceppo originario BA.1 e BA.4-5); infatti, tutti aumentano la protezione contro diverse varianti e anche il vaccino bivalente BA.1 si è mostrato in grado di indurre, nei confronti della variante BA.5, una risposta anticorpale maggiore rispetto a quella del vaccino originario. Dobbiamo accettare che la battaglia contro la pandemia è lunga, che ha senso sviluppare dei vaccini aggiornati ma che non è realistico attendersi di avere dei vaccini aggiornati contro la variante in circolazione nel preciso momento in cui questa compare. La raccomandazione è sempre la stessa: tutelarsi il prima possibile con quello che c'è, la cui efficacia è consolidata.