Perché la Neuroprotezione è sempre più importante?
Le aspettative di vita sono aumentate notevolmente, soprattutto nel mondo occidentale, e con esse anche il numero di anziani affetti da demenza, la cui forma più diffusa è la malattia di Alzheimer. La demenza è caratterizzata da atrofia cerebrale e perdita di neuroni, principalmente a causa di processi di eccitotossicità, stress ossidativo, anomalie mitocondriali e neuroinfiammazione. Questi processi possono essere limitati con strumenti terapeutici dotati di azione neuroprotettiva.
Quando intervenire?
La maggior parte delle malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer, ha un decorso molto lento e le prime fasi sono asintomatiche. In queste fasi iniziali, un approccio neuroprotettivo permetterebbe di agire in maniera precoce, in una finestra temporale che oggi non viene sfruttata.
Infatti, le terapie oggi disponibili sono somministrate dopo il manifestarsi dei primi sintomi legati alla neurodegenerazione, cioè in una fase in cui il danno neuronale si è già instaurato, e, comunque, sono solo palliative. La strategia neuroprotettiva sembra essere una strada promettente per trattare, o almeno contenere, la neurodegenerazione. A questo scopo, l’utilizzo di composti presenti in alimenti funzionali, i cosiddetti nutraceutici sembra avere un potenziale ed è di grande interesse per la comunità scientifica.
Prevenire è meglio che curare
Un nutraceutico con attività neuroprotettiva dovrebbe modulare meccanismi volti a preservare la funzionalità neuronale e l’integrità del sistema nervoso centrale (SNC).
Pertanto, un composto neuroprotettivo ha il compito di ridurre i meccanismi associati alla neurodegenerazione e lo può fare attraverso molteplici azioni. Esso dovrebbe inibire il processo neurodegenerativo stesso (neuroprotezione), promuovere l’adattamento agli stimoli esterni (neuroplasticità), e/o rigenerare i meccanismi fisiologici del sistema nervoso centrale (neuroriparazione).
Grazie a meccanismi di neuroplasticità, cioè la capacità di modulare la funzionalità dei neuroni in base alle necessità, alcuni nutraceutici rappresentano un importante mezzo per prevenire prima ancora che curare la neurodegenerazione.
Anche gli alimenti comuni possono avere una funzione neuroprotettiva!
Per secoli spezie ed alcuni alimenti sono stati consumati anche per le loro proprietà benefiche, tramandate dall’esperienza popolare. Ad oggi ci sono sempre più prove che indicano che l’utilizzo di nutraceutici nella dieta abituale possa ridurre il rischio di malattie neurodegenerative tra cui il morbo di Alzheimer o la malattia di Parkinson.
Le spezie sono più di semplici aromi comunemente usati come additivi alimentari per insaporire o conservare i cibi.
Oggi sappiamo che sono agenti che possono prevenire o addirittura arrestare i processi neurodegenerativi associati all'invecchiamento. Infatti, alcune spezie possono agire come sostanze antiossidanti e sopprimere le vie infiammatorie. Oltre a questo possono agire su due meccanismi implicati in particolare nella malattia di Alzheimer inibendo l'aggregazione della proteina β amiloide e favorendo il ripristino dei livelli fisiologici di acetilcolina mediante l’inibizione dell’enzima che degrada questo neurotrasmettitore.
Curcumina
La curcumina è uno dei nutraceutici più studiati per l’attività neuroprotettiva. Molti studi hanno dimostrato le sue proprietà antiossidanti ed antiinfiammatorie note ormai da anni. Oltre a ciò, la curcumina sembra anche essere in grado di diminuire la formazione di placche di proteina beta amiloide. Alla base dell’attività terapeutica di questo composto potrebbe esserci la sua capacità di stimolare l’espressione di geni che proteggono la cellula dallo stress cellulare.1
La curcumina presenta però uno svantaggio perché è scarsamente assorbita a livello intestinale, rapidamente metabolizzata e altrettanto rapidamente eliminata dall’organismo con le feci. Essa ha cioè scarsa biodisponibilità e questo ne limita l’utilizzo nella pratica clinica.
Cannella
La cannella (Cinnamomum zeylanicum Nees) è una spezia ampiamente utilizzata in diverse parti del mondo, come agente aromatizzante e per le sue proprietà farmacologiche.
Sono stati condotti diversi studi clinici per valutare la potenziale efficacia contro diverse complicanze di malattie come diabete, tumori, e contro lo stress ossidativo. E proprio la capacità della cannella di ridurre lo stress ossidativo e la neuroinfiammazione è alla base delle sue proprietà neuroprotettive messe in luce solo negli ultimi dieci anni. Inoltre, la cannella sembra anche ridurre l’aggregazione della proteina beta amiloide così come la resistenza all’insulina, spesso associata a danno neuronale.2
Zafferano
Lo zafferano (Crocus sativus), è una delle spezie più costose ed è ampiamente utilizzata a livello mondiale come aroma, ma anche per le sue proprietà curative. Lo zafferano sembra agire come potenziatore della memoria, e mostra attività neuroprotettiva per la malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Sembra che lo zafferano eserciti la sua attività neuroprotettiva principalmente mediante meccanismi antiossidanti, inibendo l’attività dell’enzima acetilcolinesterasi, e grazie a proprietà antiinfiammatorie.3
E infine un pizzico di Pepe
La piperina è il principio attivo del pepe nero (Piper nigrum L.) ma anche di altre specie di pepe (famiglia delle Piperaceae). Nella medicina tradizionale mediorientale, il pepe nero è stato usato come tonico nervoso. La piperina è stata anche utilizzata nella medicina popolare per il trattamento di varie malattie neurodegenerative, come le condizioni di deficit cognitivo, per esempio nella malattia di Alzheimer.
La piperina sembra migliorare il deficit di memoria mediante meccanismi descritti anche per altri nutraceutici, ovvero riducendo l’infiammazione e la produzione di radicali liberi dell’ossigeno, ma anche bloccando l’acetilcolinesterasi e l’aggregazione di Abeta.3
Concludendo
Le spezie sono da sempre utilizzate in tutto il mondo; tuttavia, la maggior parte delle loro attività biologiche sono state esaminate solo di recente.
Poiché sembra sempre più evidente che nutraceutici con proprietà neuroprotettive possano migliorare le alterazioni associate non solo all’invecchiamento ma anche alle malattie neurodegenerative, la ricerca scientifica è sempre più interessata allo studio di composti che potrebbero essere impiegati per contrastare queste patologie già in una fase precoce e per lo più asintomatica.
Riferimenti bibliografici:
1 SD, V., TAMJ, van A., J, P. & C, V. The effect of curcumin on cognition in Alzheimer’s disease and healthy aging: A systematic review of pre-clinical and clinical studies. Brain Res. 1725, (2019).
2 R, Z., A, N., MM, Z., M, S. & M, H. Efficacy of cinnamon in patients with type II diabetes mellitus: A randomized controlled clinical trial. Clin. Nutr. 38, 549–556 (2019).
3 Mirmosayyeb, O. et al. Possible Role of Common Spices as a Preventive and Therapeutic Agent for Alzheimer’s Disease. Int. J. Prev. Med. 8, (2017).