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Quanto è pericoloso e difficile da trattare il Mycoplasma pneumoniae?

21 dicembre 2023

Quanto è pericoloso e difficile da trattare il Mycoplasma pneumoniae?
Il Mycoplasma pneumoniae è un batterio cosiddetto “atipico”, cioè un batterio che ha delle caratteristiche biologiche differenti rispetto ai batteri più comuni. Il problema più grave è quello della sua resistenza alle terapie antibiotiche. Cosa sappiamo oggi delle terapie disponibili? Vediamolo insieme.

Cosa causa l’infezione da Mycoplasma pneumoniae?

Di norma causa infezioni respiratorie, con una sintomatologia di entità variabile, come raffreddore e faringite, fino alle forme più severe di polmonite, in taluni casi potenzialmente mortali. La gravità dell’infezione dipende dalla robustezza del sistema immunitario. Il problema diventa più grave se il microorganismo ha sviluppato qualche forma di resistenza agli antibiotici.

 

Perché quest’anno si parla di emergenza da micoplasma?

Quest’anno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rilevato un aumento dei casi di patologie respiratorie tra i bambini con diversi casi di polmoniti infantili causate da Mycoplasma pneumoniae e il Ministero della Salute ha emesso una comunicazione ufficiale indirizzata alle regioni e province autonome.

 

Chi è più a rischio?

I gruppi più suscettibili includono i bambini al di sotto dei 5 anni e gli anziani, a causa, rispettivamente, dell’immaturità del sistema immunitario e della possibile sua compromissione, anche a causa di patologie polmonari passate. Infatti, l'infezione da Mycoplasma pneumoniae può manifestarsi con una serie di sintomi respiratori e sistemici che possono variare da lievi a gravi in relazione allo stato di salute generale dell’individuo.

 

Come si sviluppa la resistenza nei batteri?

La resistenza agli antibiotici può derivare da diversi meccanismi, tra cui mutazioni genetiche nel genoma del batterio che riducono l'affinità del farmaco per il suo bersaglio, l’acquisizione della capacità di espellere l'antibiotico o la produzione di enzimi che inattivano il farmaco. L’abuso e l’uso non necessario degli antibiotici, soprattutto negli anni passati, ha pericolosamente accelerato la comparsa di resistenza in molti batteri.

 

Qual è il tipo principale di resistenza nel Mycoplasma pneumoniae?           

Questo batterio è noto per la sua capacità di sviluppare resistenza agli antibiotici, rendendo più complesso il trattamento di alcune sue infezioni. In particolare, un fenomeno pericolosamente in aumento è la resistenza del Mycoplasma pneumoniae ai macrolidi, una classe di antibiotici comunemente utilizzata nel trattamento delle infezioni batteriche delle vie aeree superiori e inferiori.

 

Qual è l’approccio terapeutico per l’infezione da Mycoplasma pneumoniae?

Premettiamo che spesso si guarisce da un'infezione di Mycoplasma pneumoniae senza necessità di una terapia antibiotica. Tuttavia, coloro che sviluppano una polmonite vengono trattati seguendo protocolli medici consolidati. Su questo batterio purtroppo non funzionano gli antibiotici potenti quali per esempio le penicilline perché è privo del bersaglio farmacologico sul quale  questi farmaci agiscono. Inoltre, tra i principi attivi disponibili, possono essere utilizzati quelli adeguati all’età del paziente, soprattutto se quest’ultimo è un bambino.

 

Quali sono gli antibiotici più utilizzati?

I farmaci antibiotici utilizzati per trattare le infezioni causate da questo batterio includono:

  • Macrolidi, che rappresentano gli antibiotici di prima scelta e che agiscono interferendo con la sintesi delle proteine del batterio. Tra i più utilizzati c’è l’eritromicina, l’azitromicina (soprattutto per i bambini più piccoli e con dosi adeguate), la claritromicina e la spiramicina;
  • Fluorochinoloni, che agiscono inibendo l'attività di due enzimi coinvolti nella replicazione del micoplasma. Sono esempi di questa classe la ciprofloxacina, la levofloxacina e la moxifloxacina;
  • Tetracicline, le quali inibiscono la sintesi proteica del batterio, ma agendo su un bersaglio diverso rispetto ai macrolidi. Gli esponenti principali di questa classe sono la tetraciclina e la doxiciclina (utilizzabile per bambini più grandi);

 

Cosa fare in caso di resistenza?

La gestione della resistenza antibiotica richiede una valutazione attenta e personalizzata da parte di un medico competente. Prima di decidere il trattamento, sarebbe consigliabile eseguire un test di sensibilità antibiotica (chiamato antibiogramma) per determinare quali antibiotici sono più efficaci contro il ceppo specifico di Mycoplasma pneumoniae coinvolto nell'infezione.

 

…e soprattutto cosa non fare.

L'automedicazione e la modifica del trattamento senza consulenza medica possono comportare rischi significativi per la salute, soprattutto perché potrebbero favorire lo sviluppo di resistenza al trattamento antibiotico

 

Quali possibili altre terapie in caso di resistenza ai macrolidi?

Diversi studi clinici riportano risultati incoraggianti e promettenti con le tetracicline, per l’efficacia rapida e per una bassa incidenza di reazioni avverse. Ad esempio, la doxiciclina è stata consigliata come primo antibiotico alternativo per trattare il Mycoplasma pneumoniae resistente ai macrolidi. Le tetracicline, d'altra parte, dovrebbero essere prescritte solo a bambini di età superiore agli otto anni per evitare possibili effetti negativi sullo sviluppo osseo o sulla colorazione dei denti. Un’altra opzione è quella dei fluorochinoloni, spesso evitati nei bambini affetti da Mycoplasma pneumoniae a causa di possibili sintomi articolari, sebbene ne siano state riportate efficacia e sicurezza.

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