Contraccezione e impatto sociale
La promozione della contraccezione ha avuto un profondo impatto sulla società, promuovendo una maggiore uguaglianza di genere e rendendo le donne più autonome nelle scelte. Le terapie anticoncezionali hanno migliorato la salute materna e infantile. La pianificazione familiare ha anche favorito l'istruzione delle donne e la loro partecipazione al mondo del lavoro.
Quanto è utilizzata la terapia anticoncezionale?
Solo il 45 % delle donne sceglie contraccettivi ormonali. Circa 250 milioni di donne vogliono evitare o posticipare una gravidanza, ma usano metodi inefficaci o non li usano affatto e ogni anno nel mondo si registrano circa 100 milioni di gravidanze indesiderate, con un aumento del rischio di mortalità materna e infantile.
Quali sono i dubbi?
Nonostante l’elevata efficacia, molte donne non ricorrono alle terapie anticoncezionali, specialmente se contengono ormoni. Questa decisione è spesso legata a una scarsa educazione sessuale e alla mancanza di informazioni sui metodi contraccettivi moderni. Alcune donne evitano la pillola per timore degli effetti collaterali o per lo stigma sociale.
Quali sono i limiti?
Il limite più importante è che non offrono protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili. C’è poi da dire che ci sono controindicazioni all’uso di estrogeni per le donne di età superiore ai 35 anni a rischio di trombosi, soprattutto se fumatrici o con ipertensione arteriosa e per quelle con una storia di cancro al seno ormono-dipendente. Inoltre i progestinici possono causare sanguinamenti anomali, cefalea, sbalzi d'umore, che spesso portano alla sospensione del trattamento.
La terapia anticoncezionale è solo una questione per donne?
Oggi la responsabilità dell’uso e della scelta della contraccezione ricade ancora principalmente sulle donne. C'è, dunque, una crescente necessità di nuove opzioni contraccettive per gli uomini. La ricerca si sta orientando verso metodi innovativi per entrambi i sessi, puntando su opzioni non ormonali che riducano gli effetti collaterali e offrano protezione contro le malattie sessualmente trasmissibili.
La nuova frontiera della contraccezione maschile
L’obiettivo della terapia anticoncezionale maschile è ridurre temporaneamente il numero di spermatozoi (oligospermia), per esempio con l'uso di testosterone combinato con ormoni femminili.
Come funziona la contraccezione ormonale maschile?
La somministrazione di ormoni sessuali maschili e femminili sopprime l'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, riducendo la produzione di testosterone e il numero di spermatozoi nell'eiaculato a meno di 1 milione di spermatozoi/ml, un livello considerato compatibile con una contraccezione efficace.
Quali sono i farmaci anticoncezionali più promettenti in fase di studio per l’uomo?
Il gel combinato di nestorone (progestinico) e testosterone è attualmente in fase di sperimentazione clinica. Applicato quotidianamente su spalla e braccio, riduce la conta degli spermatozoi nel 88-89% dei soggetti, con effetti collaterali minimi, come l’acne. Un altro farmaco in sperimentazione clinica è il dimetandrolone undecanoato, un profarmaco con attività androgenica e progestinica, somministrato per via intramuscolare o sottocutanea per un periodo di 5-7 mesi.
Quali sono le novità nelle terapie anticoncezionali femminili?
Una soluzione è l’ovaprene, un anello vaginale che impedisce il passaggio degli spermatozoi grazie al rilascio di gluconato ferroso, un agente spermiostatico, e a una barriera polimerica. I primi studi clinici ne confermano sicurezza ed efficacia. Un'altra innovazione è l'immunocontraccezione con un anticorpo monoclonale antispermatozoi (HCA) che, formulato in un film vaginale, ha mostrato risultati promettenti sia per efficacia nell'eliminare gli spermatozoi nel muco cervicale che per sicurezza.
Prevenzione multipla: una soluzione unica per prevenire gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili
Attualmente i preservativi sono l'unico metodo efficace a tale scopo. E’ però in fase di studio la combinazione di farmaci antiretrovirali e progestinici, e l'uso di film vaginali combinati con anticorpi monoclonali diretti contro virus specifici, come HIV o Herpes simplex. Per esempio, la combinazione con l'anticorpo antispermatozoi (HCA), che si lega a spermatozoi, ai leucociti infettati da HIV e ai patogeni come Trichomonas vaginalis, contribuisce ad eliminare anche le cellule infette.
Quando saranno disponibili queste terapie?
Negli ultimi anni abbiamo visto una vera e propria rinascita nella ricerca grazie all'impegno di scienziati, fondazioni e istituzioni governative, ma dovremo aspettare ancora qualche anno prima di avere a disposizione questi nuovi farmaci, rivolti anche all’uomo, sperando che le sperimentazioni cliniche ancora in corso confermino i risultati finora ottenuti.
Bibliografia:
Science. 2023; 380:154-158.