Cos’è la vitamina E?
È una sostanza prodotta dalle piante. È presente in natura in otto forme differenti che prendono il nome di α-, β-, γ-, e δ-tocoferoli, e α-, β-, γ-, e δ-tocotrienoli. Di tutti questi, l'α-tocoferolo è considerato la molecola biologicamente più attiva e, per tale motivo, spesso viene utilizzato come sinonimo di vitamina E1. L’assunzione di tale composto avviene attraverso gli alimenti. In particolare, esso è assorbito insieme ai grassi alimentari e immagazzinato nel fegato, dal quale è rilasciato a seconda delle necessità dell’organismo2.
A cosa serve?
La vitamina E, grazie alle sue proprietà antiossidanti, è in grado di proteggere le membrane cellulari dal danno ossidativo e favorisce il rinnovamento cellulare3. Inoltre, essa aiuta anche a migliorare l’attività dei neuroni e, insieme alla vitamina A, svolge un ruolo nel processo che regola la vista. Tuttavia, il meccanismo d'azione specifico per la maggior parte dei suoi effetti è ancora sconosciuto3.
Quali benefici le sono attribuiti?
È stato dimostrato che l'integrazione di vitamina E è in grado di rallentare la progressione della malattia di Alzheimer e di ridurne il rischio di insorgenza1,4. Contrasta il declino del sistema immunitario e l’aumento dell’infiammazione associati all’età, proteggendo gli anziani da malattie da raffreddamento (esempio raffreddore e infezioni respiratorie), e da patologie correlate all'infiammazione (esempio psoriasi, dermatite atopica)1. L’integrazione con vitamina E sembra anche ridurre la progressione della steatosi epatica non alcolica e della degenerazione maculare legata all'età1. Alcune evidenze scientifiche suggeriscono anche che il trattamento orale e topico con vitamina E sia in grado di ritardare l'invecchiamento cutaneo diminuendo l'infiammazione e proteggendo la cute dai raggi UV5.
Quale è la dose giornaliera raccomandata?
La quantità di vitamina E che una persona dovrebbe assumere, per soddisfare il fabbisogno minimo giornaliero, è pari a 12 mg, secondo quanto riportato nell'allegato XIII, parte A, punto 1 del Regolamento (UE) 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.
In quali alimenti la troviamo?
La vitamina E si trova in abbondanza negli oli vegetali. L’olio di germe di grano risulta essere il più ricco con un contenuto di 133 mg di α-tocoferolo per 100 grammi di prodotto. Tuttavia, quantitativi elevati sono presenti anche negli oli di girasole (48,7 mg), di palma (25,6 mg), di arachidi (13 mg), di mais (11,2 mg), di soia (10,1 mg), di oliva (5,1 mg) e di cocco (0,5 mg)6. Altre fonti di vitamina E sono rappresentate dalla frutta fresca (esempio avocado e mango) e secca (esempio mandorle e nocciole), e da ortaggi a foglia verde (esempio broccoli e spinaci)6.
In quali prodotti la troviamo e per quali indicazioni?
Ci sono farmaci che contengono la vitamina E. Sono farmaci indicati per il trattamento di stati carenziali, generalmente associati a sindromi da mal assorbimento lipidico, anemie emolitiche da difetti enzimatici e patologie vascolari come la claudicatio intermittens. La posologia, da 50 a 300 mg al giorno, e la durata della terapia devono essere adattate sulla base dei livelli sierici di α-tocoferolo, secondo prescrizione del medico7.
Poi ci sono gli integratori alimentari. Questi, di norma, sono impiegati per le proprietà antiossidanti della vitamina E. Il Ministero della Salute ha stabilito che l’apporto giornaliero ammesso in tali prodotti è pari a 60 mg8.
Infine, la vitamina E è presente anche in prodotti cosmetici per la cura del corpo e dei capelli. In particolare, essa può essere utilizzata sia come conservante che come ingrediente attivo, per le proprietà idratanti, emollienti ed elasticizzanti, sebbene non ancora del tutto confermate dalle evidenze scientifiche5.
Cosa succede in caso di carenza?
La carenza di vitamina E è rara e solitamente deriva da sindromi da malassorbimento dei grassi. Essa può comportare disturbi neuronali, compromissione della risposta immunitaria, anemia emolitica e disturbi ossidativi3.
E cosa succede invece in caso di eccesso?
L’ipervitaminosi si verifica solitamente per l’impiego degli integratori alimentari. Sebbene la vitamina E tenda a non accumularsi nel corpo, venendo eliminata con le urine e la bile, livelli elevati nel corpo possono compromettere l’assorbimento di altre vitamine liposolubili (A, D, E, K)9.
La vitamina E può incrementare il rischio di sanguinamento, soprattutto se impiegata in concomitanza con farmaci anticoagulanti o antipiastrinici9. Infine, quando impiegata in quantità superiori a 300 mg al giorno, può determinare l’insorgenza di interazioni farmacologiche con farmaci quali aspirina, warfarin, ciclosporina e tamoxifene10.
Cosa possiamo concludere?
Sulla base di quanto detto, si evince come il corretto apporto di vitamina E possa essere facilmente raggiunto attraverso un’alimentazione sana e equilibrata. Pertanto, il ricorso all’integrazione andrebbe fatto soltanto quando opportune indagini di laboratorio evidenzino livelli inadeguati di α-tocoferolo nel sangue. Inoltre, è importante che la supplementazione avvenga sotto controllo medico al fine di evitare possibili effetti avversi ed interazioni farmacologiche.
Bibliografia
1Dermatol Ther. 2021;34(6):e15160.
2JCI Insight. 2020;5(1):e133309.
3Cochrane Database of Systematic Reviews. 2020; 9: CD009422.
4Front Aging Neurosci. 2022;14:955878.
5Front Pharmacol. 2022;13:1006198.
6Sultan Qaboos Univ Med J. 2014;14(2):e157-65.
7https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000022_000053_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
8https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1268_5_file.pdf
9StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Nov 7.
10Nutr Res Rev. 2014; 27(2):215-31