Cos’è la cimicifuga?
La cimicifuga (Cimicifuga racemosa L. Nutt. o Actaea racemosa L.; Fam. Ranunculaceae) è una pianta erbacea originaria del Nord America ma attualmente diffusa anche in Asia ed Europa. È nota anche come “erba delle donne” in quanto i rizomi e le radici vengono impiegati per alleviare diversi disturbi ginecologici.
Cosa contiene la cimicifuga?
I costituenti caratteristici sono saponine triterpeniche, quali acteina, cimicifugoside e 26-deossiacteina. Inoltre, sono presenti composti fenolici (acido ferulico e derivati dell'acido caffeico), flavonoidi (kaempferolo) e alcaloidi (citisina e metilcitisina). Tali costituenti nel loro insieme sono responsabili delle proprietà biologiche che vengono attribuite alla cimicifuga1.
Per quali disturbi viene impiegata?
Tradizionalmente, la cimicifuga è stata utilizzata per il trattamento di dispepsia, malaria, tosse, insonnia, reumatismi, crampi mestruali e sindrome premestruale. Attualmente, è impiegata per ridurre i sintomi della menopausa. Inoltre, sembrerebbe avere anche un effetto positivo sull’osso, riducendo il rischio di osteoporosi perché aumenta la matrice ossea1.
Come agisce la cimicifuga sui sintomi della menopausa?
In passato si riteneva che i benefici della cimicifuga sui sintomi della menopausa fossero dovuti alle sue proprietà estrogeniche. Questa ipotesi non è stata, tuttavia, confermata dagli studi scientifici! È stato, invece, dimostrato che la cimicifuga modula l’attività di recettori del sistema nervoso centrale coinvolti nella termoregolazione, nel tono dell’umore e nel ritmo del sonno, con effetti positivi anche nella donna in menopausa1.
La cimicifuga è efficace nella menopausa?
Si! Gli studi clinici condotti dimostrano che è efficace nel ridurre vampate di calore, sudorazione notturna, disturbi del sonno, vertigini, nervosismo, sbalzi d'umore e secchezza vaginale. In particolare, l’efficacia della cimicifuga è risultata superiore al placebo e paragonabile a quella ottenuta con basse dosi di terapia ormonale sostitutiva2.
Ma è vero che la cimicifuga fa dimagrire?
Purtroppo no, ma non fa neanche ingrassare! Alla cimicifuga non possono essere ascritte proprietà dimagranti tanto ricercate dalle donne soprattutto in menopausa a causa dell’incremento di peso dovuto alle alterazioni ormonali.
La cimicifuga può essere considerata un farmaco?
Si. L’Agenzia Europea per i medicinali (EMA) considera gli estratti etanolici e propanolici del rizoma di cimicifuga come fitoterapici con “efficacia ben consolidata” per il trattamento dei sintomi della menopausa, incluse le vampate di calore e le sudorazioni profuse, e consiglia di utilizzarli ad un dosaggio giornaliero compreso tra 5 e 6,5 mg per un periodo non superiore ai 6 mesi3.
In Italia, in quali prodotti si trova?
La cimicifuga è presente negli integratori alimentari, impiegati per contrastare i disturbi della menopausa e del ciclo mestruale, e per supportare la funzionalità articolare. Inoltre, in erboristeria, si trova il rizoma essiccato e sminuzzato (per uso tisana) impiegato per le stesse finalità.
La cimicifuga può interferire con l’uso dei farmaci?
Si, negli anni sono stati segnalati casi di reazioni avverse in seguito ad assunzione concomitante di cimicifuga e farmaci antidepressivi (ad esempio, venlafaxina, mianserina e paroxetina). Inoltre, è stato riportato un caso di epatotossicità associato all’uso della cimicifuga in associazione con l’atorvastatina3.
Il suo impiego può rappresentare un rischio per la salute?
La cimicifuga può solitamente causare lievi effetti collaterali, quali disturbi gastrointestinali, cefalea, ipotensione, orticaria, prurito, edema al viso e agli arti, ed esantema. Inoltre, negli anni, sono stati riportati casi di sospetta tossicità epatica (con epatite, ittero, anomalie nelle analisi di funzionalità epatica).
I rischi per la salute comportano avvertenze per gli integratori?
Si. Per il rischio di tossicità epatica, nel 2006, un integratore a base di cimicifuga è stato ritirato dal commercio e, successivamente, reintrodotto con una limitazione di utilizzo in soggetti con ridotta funzionalità epatica. Pertanto, se ne sconsiglia l’utilizzo in individui con patologie epatiche e si raccomanda di sospenderne l’assunzione in caso di sviluppo di sintomi indicativi di danno epatico. Infine, l’EMA sconsiglia, a scopo cautelativo, l’utilizzo della cimicifuga in individui che utilizzano estrogeni o che sono in terapia per tumori ormone-dipendenti.
Cosa possiamo concludere?
La cimicifuga di certo contiene dei principi attivi utili per ridurre la sintomatologia tipica della menopausa. Tuttavia, considerando, i casi di epatotossicità presenti in letteratura, è opportuno che tale rimedio venga assunto sotto controllo medico, anche al fine di evitare possibili interazioni farmacologiche.
Bibliografia
1 Pharmaceuticals (Basel). 2022;15(3):278.
2 Gynecol Endocrinol. 2022;38(5):379-384.